Valle Caudina: San Valentino una festa abusata

Redazione
Valle Caudina: San Valentino una festa abusata

Anche loro lo chiamano amore. Mai parola fu più abusata. Lo chiamano amore quelli che uccidono le donne, quelli che le picchiano e le maltrattano ogni giorno, quelle che le violentano, quelli che dietro ad una tastiera o ad uno smartphone le perseguitano, le insultano o le mettono alla berlina. Oggi che è San Valentino e si celebra l’amore, bisognerebbe riflettere bene su queste degenerazioni di una sola parola. Proprio oggi, ad esempio, la polizia di stato è scesa in piazza per continuare la campagna contro ogni tipo di violenza sulle donne, per invitare a denunciare la tante che vengono soffocate tra le mura di casa. Un impegno importante che si unisce a quello dei centri antiviolenza che raccolgono le denunce e proteggono quelle donne che cercano di ribellarsi a morse mortali. Da solo tutto questo, però, non è sufficiente, come spesso succede, è una questione di cultura ed educazione. Pochi sanno, ad esempio, che la festa di San Valentino proviene sì dai Lupercali romani, ma per come la conosciamo oggi, è una festa che celebra l’amor cortese. I messaggi d’amore erano figli di una cultura che poneva la donna come un essere da servire e da proteggere.
Naturalmente, in questo modo, ci si riferiva alle donne di un ceto sociale alto, l’amor cortese non era certo noto ai servi delle gleba, ma riparlare di questo o della tradizione romantica, non farebbe certo male. Non si può permettere che delle bestie continuino a sporcare la parola amore e magari sono gli stessi che proprio oggi fingono di celebrare una festa che con loro non centra proprio nulla.