Valle Caudina, ritornano le “bocche di rosa”

Il Caudino
Valle Caudina, ritornano le “bocche di rosa”

“La chiamavano bocca di rosa…”
Gli immortali versi di De Andrè vengono spesso associati al mestiere più vecchio del mondo anche se, come specifica poi il cantautore, “C’e’ chi l’amore lo fa per noia / chi se lo sceglie per professione / bocca di rosa ne’ l’uno ne’ l’altro / lei lo faceva per passione”.
Ecco allora che il giornalista può facilmente accedere ai versi della canzone per accompagnare un articolo un “po’ pruriginoso” ma necessario per raccontare un fenomeno. Parliamo della prostituzione. Si moltiplicano le segnalazioni sui social di cittadini caudini che notano “movimenti sospetti” e chiedono un intervento delle forze dell’ordine.
A Cervinara, ad esempio, succede alla stazione di mattina (solitamente dopo le 10) oppure di sera, dopo l’imbrunire.
A Tufara Valle, versante Montesarchio, appena superati i Tre ponti (in direzione Benevento) sullo spiazzo a sinistra c’è sempre un auto “parcheggiata”. Senza contare Pannarano: in questo caso è lo stradone verso Avellino. Da qualche tempo, però, sembra si sia aggiunto anche Rotondi. Lungo la ferrovia che unisce il paese con Paolisi, pare che una avvenente signorina in “abiti succinti” passeggi con sempre maggiore frequenza e ogni tanto scambia qualche chiacchiera. Ci sono gli estremi per il reato? Chissà. E’ solo una persona che liberamente prende un po’ di aria? Probabile. Di certo, sono molti coloro che l’hanno notata.
In fondo perché meravigliarsi? Se c’è un mestiere che non tramonta mai, è proprio “quello…”