Valle Caudina: la morte della pietà

Il Caudino
Valle Caudina: la morte della pietà

Ventiquattro giorni trascorsi in un quasi assordante silenzio. L’aula semivuota del consiglio comunale congiunto di ieri, testimonia, purtroppo, quanto poco i cittadini dei comuni di Rotondi, Cervinara, San Martino Valle Caudina e Roccabascerana, tengano al fatto che gli ammalati di tumore, i trapiantati, coloro che hanno gravi sofferenze cardiache, siano costretti a recarsi ad Avellino per ritirare i farmaci vitali. Certo, della vicenda si è interessata la politica che ha anche preso delle posizioni dure ed ora i rappresentanti dei quattro comuni sono pronti a scontrarsi, frontalmente, con il direttore dell’Asl di Avellino, Sergio Florio. Ma la famosa e tanto osannata società civile caudina dove è ? Che fine ha fatto? Dove sono i giovani, le associazioni, le azioni cattoliche e dove sono i sacerdoti? Ed i medici, coloro che dovrebbero essere quelli più vicini a queste persone, perché non intervengono, per quale motivo non fanno sentire la loro voce? Tutti assenti, colpevolmente assenti. Si tratta di uno spettacolo al quale mai avremmo voluto assistere perché, se una comunità non si prende cura e non difende i più deboli, non può chiamarsi comunità. Da 24 giorni più di 50 persone, che lottano per la vita, afflitte da malattie incredibilmente tragiche, devono recarsi ad Avellino perché un funzionario ha deciso di chiudere la farmacia presso il poliambulatorio di Cervinara. Noi lo stiamo denunciando, sin dal primo giorno, ma la nostra sembra essere sempre di più solo una voce che grida nel deserto.  Si dice che gli assenti hanno sempre torto, ma questa volta non si tratta di avere torto o ragione, si tratta di difendere chi soffre, di tentare di lenire in po’ le loro pene. Tra le sette opere di misericordia, c’è il precetto di andare a visitare gli ammalati. Magari tanti buoni cristiani, quelli che la domenica vanno a messa e si battono il petto in segno di pentimento, lo assolvono questo precetto. Vanno a visitare gli ammalati ma, probabilmente, sarebbe più giusto ribellarsi e difendere un diritto di chi non ha più la forza per difenderlo.  Ci piacerebbe tanto domenica ascoltare una dura omelia, da uno dei tanti pulpiti caudini, contro la decisione di Sergio Florio. Come ci piacerebbe tanto che i medici dei quattro comuni della Valle Caudina condannassero apertamente e pubblicamente  questa ingiustizia. Lo ha fatto il sindaco di Rotondi, Antonio Russo, che è un medico, e di questo bisogna dargliene atto. Vorremmo riempire di appelli indignati  il nostro giornale ma rischiamo solo di lasciare  tante pagine bianche. In Valle Caudina la pietà sta morendo da 24 giorni.

peppinovaccariello67@gmail.com