Valle Caudina: Guardia medica e regolamento

Redazione
Valle Caudina: Guardia medica e regolamento

Il Mattino ha certificato che il comparto sanitario nella nostra regione è all’ultimo posto in Italia. Secondo i ministeri della sanità e dell’economia che certificano i livelli di assistenza, con diversi parametri, la Campania non raggiunge neanche i 100 punti, ma si inchioda a 99. Sono tanti i motivi di queste inefficienze, tanti sono cronici, ma, a volte, può essere solo questione di umanità che sembra mancare, in alcuni casi, in chi indossa il camice bianco.
Ci si trincera dietro a regolamenti e si dimentica che alcune professioni dovrebbero essere una missione, che i medici effettuano il giuramento di Ippocrate.
In un comune della Valle Caudina, ieri sera una donna di 91 anni, si è sentita male. I familiari preoccupati hanno chiamato il 118 ed è stato sollecito e tempestivo l’intervento dei sanitari. L’anziana signora era disidratata ed i medici hanno deciso che non era necessario il ricovero e le hanno applicato una flebo. Al momento di cambiare la flebo, però, i familiari, non adusi a queste cose, hanno commesso un errore e la donna ha iniziato a sanguinare. Capendo che non si trattava di nulla di grave, i congiunti hanno pensato di telefonare alla guardia medica, evitando di distogliere il 118 di qualcosa che non fosse urgente. Ma dalla guardia medica, ossia dal servizio di continuità assistenziale, come si chiama oggi, un medico donna ha fatto sapere che questo tipo di intervento non era affatto dovuto, come prescrive il regolamento, non solo che i familiari dovevano organizzarsi per sopperire a queste incombenze.
L’ora era tarda, i congiunti davvero non sapevano come fare, con educazione e gentilezza hanno chiesto aiuto. Ma, “il regolamento”, chiamiamolo pure così, ha impedito di rispondere alla chiamata. I familiari, come aveva sottolineato la dottoressa, si sono organizzati ed hanno chiesto ed ottenuto l’aiuto di una cooperativa di infermieri, che hanno provveduto a risolvere l’emergenza. Ma la sgradevolezza di quelle risposte resterà e, certamente, non è un punto a favore della sanità della Campania.