Valle Caudina, gestione dei migranti: attesa per la decisione dei giudici

Il Caudino
Valle Caudina, gestione dei migranti: attesa per la decisione dei giudici

Riceviamo e pubblichiamo.

Si è svolta stamane, dinanzi alla dodicesima sezione del Riesame di Napoli, l’udienza fissata a seguito della impugnazione dei PP.MM. del Tribunale di Benevento  – Dott. Giovanni Conzo e Patrizia Filomena Rosa e Maria Gabriella Di Lauro – riguardante l’inchiesta sulla illecita gestione dei centri migranti nel Sannio.

Come si ricorderà, nell’abito della poderosa inchiesta che inizialmente aveva portato all’arresto di 5 dei 41 indagati, era stata prospettata anche un’ipotesi di associazione per delinquere che il Gip del tribunale di Benevento – dott.ssa Gelsomina Palmieri – aveva, in prima battuta, respinto.

L’impugnazione della Procura Sannita si concentra essenzialmente sulle posizioni dei 4 indagati ritenuti responsabili del reato associativo; si tratta di Paolo Di Donato, 48 anni, di Sant’Agata dei Goti, ex amministrato (difeso dagli avvocati Pietro Farina e Vittorio  Fucci); Felice Panzone, 58 anni, di Montecalvo Irpino, ex  dipendente della Prefettura di Benevento (difeso dall’avvocato Alessio La Zazzera); Elio Ouechtati, 27 anni, di Montesarchio, amministratore formale di Maleventum (difeso dall’avvocato Domenico Zampelli) ; Carmelo Rame, 63 anni, di Montesarchio, dipendente del centro immigrati di Montesarchio, ritenuto il coordinatore della illecita gestione delle strutture (difeso dall’avvocato Valeria Verrusio).

In particolare, la Procura sannita, insistendo sulla esistenza di una stabile organizzazione criminale che, sfruttando la fitta rete di accordi illeciti tra pubblici dipendenti e responsabili dei vari centri di accoglienza, ha chiesto di disporre la misura cautelare (carceraria e domiciliare) per i quattro indiziati di associazione a delinquere.

L’appello dei PP.MM. non esclude neppure connivenze con la criminalità organizzata caudina, evidenziando lo stretto legame di parentela che lega Rame Carmelo – difeso dalla penalista Valeria Verrusio – e il boss Pagnozzi Domenico, esponente di spicco del Clan Pagnozzi.

Il pool difensivo ha, viceversa,  cercato di dimostrare la insussistenza della ipotizzata organizzazione criminale, sforzandosi di smentire, punto per punto, l’ipotesi accusatoria anche attraverso una poderosa produzione documentale.

La decisione passa ora nelle mani del Riesame di Napoli che a giorni scioglierà la riserva decidendo sia sulla ipotizzata associazione per delinquere, sia sulle pesanti misure cautelari richieste.

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