Valle Caudina: 2016, anno nero per i castagneti da frutto, incontro in Regione

Redazione
Valle Caudina: 2016, anno nero per i castagneti da frutto, incontro in Regione

“Rispetto a tre settimane fa, quando ci siamo incontrati in Regione, le notizie dell’annata castanicola per il 2016 sono precipitate”. Comincia così la lunga lista di proposte che i castanicoltori, compresi quelli caudini coordinati da Franco Marchese, hanno sottoposto ieri alla Regione Campania.
“Non si vedono ricci” -denuncia il documento- “e quei pochi che si intravvedono speriamo arrivino a maturazione. Quest’anno, rispetto al 2014, quando pure avemmo un crollo della produzione di oltre l’85%, il crollo dovrebbe superare il 95%”.
Le proposte sono il risultato di consultazioni informali tra associazioni, tecnici del settore, Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Associazione Castanicoltori Campani, per citarne solo alcune.
Fra le proposte, si segnalano quella del Psr Campania 2014-2020 relativa agli investimenti nelle aziende agricole, dando priorità a quelle castanicole affinché possano realizzare tutti gli interventi indicati da Regione Campania e da mondo scientifico.
Modificare, inoltre, la scheda di punteggio relativamente al prodotto standard portandola da 100.000 a 500.000 euro.
Attivare, infine, le misure 1, 2, 5, e 16.6 per supportare a livello di informazione e consulenza i castanicoltori, e ottenere finanziamenti per ripristinare il potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali.
Nella gestione del castagneto, occorre prevedere due azioni di lotta contro il cydie, dando la possibilità di effettuare almeno un trattamento con prodotti sistemici contro il marciume del frutto e usare contro i carpofagi prodotti a base di piretroidi con almeno due-tre trattamenti, per la lotta biologica.
Inoltre, indennizzare i castanicultori per il ruolo che svolgono nella prevenzione di incendi e danni idrogeologici.
“Dobbiamo impegnarci” -conclude il documento- “per far ripartire la produzione e costruire un nuovo modello, percorso, progetto che getti le basi per la castanicoltura campana del futuro, pensando a ricercare e selezionare nuove varietà, rendere forti quelle esistenti e avviare un percorso di individuazione di nuove aree agrarie adatte ad una nuova castanicoltura da frutto che sappia meglio affrontare i cambiamenti climatici e le problematiche fitosanitarie.”