Rotondi, Lucio Coscia: “La città caudina è un fallimento”

25 Luglio 2016

Rotondi, Lucio Coscia: “La città caudina è un fallimento”

Riceviamo e pubblichiamo

“Vorrei ringraziare per la nomina a delegato della Città Caudina del Comune di Rotondi, il mio Gruppo, che ha ritenuto di indicarmi quale rappresentante in un contesto, quello appunto della Città Caudina, in cui io credo molto. Rappresenterò tutta la cittadinanza rotondese e proporrò azioni a favore della comunità valliva. La città caudina ha visto la luce il 4 ottobre 2014. In quasi due anni, però, non è stato fatto quasi nulla.
Una Città Caudina che dopo due anni non ha ancora un sito internet è qualcosa di assurdo nell’era della comunicazione.
Il 2.12.2015 con lettera protocollo n.6563, chiesi al Sindaco Russo, quale rappresentante del Comune di Rotondi nella Città caudina, di creare un link sul sito comunale che informasse i cittadini circa l’attività istituzionale della Città Caudina.  Nulla è stato fatto a tal proposito, poi ho capito anche il perché, cosa ci avrebbero messo se nulla è stato fatto?
Una Città caudina che non riesce a due anni dalla sua costituzione a darsi delle linee programmatiche di intervento.
Il 13.11.2015 con lettera protocollo n. 6173, chiesi al Sindaco Russo, quale rappresentante del Comune di Rotondi nella Città caudina, di farsi promotore di un convegno che ne stimolasse la consapevolezza e le potenzialità, e, la proposta con lettera protocollo n. 5683 del 21.10.2015 per la costituzione di un nucleo al suo interno che si occupasse solo ed esclusivamente di reperire fondi producendo progetti attinenti alla programmazione europea 2014-20.
Altre parole al vento.
Quando, poi, si è affacciata su Rotondi nel mese di novembre 2015, la prima emergenza accoglienza migranti, al Consiglio comunale straordinario tenutosi nella nostra comunità, la Città Caudina ha mostrato tutti i suoi limiti, non partecipando ai lavori.
Anche per quanto riguardo l’accoglienza dei migranti, quindi, io penso che la Città Caudina debba gestire questo fenomeno in sintonia con le Prefetture di Avellino e Benevento, per evitare quella sproporzione che ci ha interessato direttamente.
Sono d’accordo, allora, con quanto ha affermato nelle sue linee programmatiche di mandato del 18 giugno 2016, al settimo punto, il neo eletto Sindaco di San Martino valle caudina:
La Città Caudina come è adesso è un fallimento.
La nostra Valle caudina e’ terra fertile piena di tanti tesori ambientali, culturali e ha il senso dell’accoglienza, nelle nostre comunità vivono da anni cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari perfettamente integrati: Partenio, Taburno, Oasi wwf di Pannarano, Museo archeologico nazionale di Montesarchio, Sorgenti del Fizzo di Bucciano, da dove parte l’Acquedotto Carolino (bene Unesco) che alimentava le cascate della Reggia di Caserta, Castagne, vini Falanghina e Aglianico, Mela Annurca IGP.
La Valle caudina e’ attraversata dalla Regina viarum (Appia) e dalla ferrovia Benevento-Napoli e poi, dall’Isclero. Quest’ultimo dovrà, essere necessariamente, oggetto di disinquinamento e valorizzazione, magari con la creazione di un parco fluviale, artistico e una pista ciclabile con oasi per la pesca sportiva e chi più ne ha più ne metta non trascurando la possibilità di alimentare i punti luce necessari con un impianto microidroelettrico.
Abbiamo, poi, la fortuna di avere, proprio a Rotondi, artisti di fama nazionale e internazionale: Luigi Mainolfi VIII, i Fratelli Perone, Perino e Vele, Eugenio Giliberti, Umberto Manzo, che vanno necessariamente coinvolti.
Con la cultura si mangia. Con la cultura si fa sviluppo.
Dicevo materia prima in abbondanza.
Ha detto qualcuno: un buon amministratore deve conoscere le risorse che lo circondano e metterle a sistema altrimenti deve cambiare mestiere.
Ecco io credo fortemente nelle possibilità che possono derivare da una concezione, però, diversa da quella che fino ad oggi è stata la Città caudina, una concezione che deve indirizzare i suoi orizzonti allo sviluppo economico e sociale della nostra comunità valliva, attingendo risorse dalle enormi possibilità che la programmazione europea 2014-20 ci offre.
Circa 10 miliardi di euro in settori quali l’agricoltura e l’energia sostenibile, la cultura e l’istruzione, la riqualificazione urbana e rurale e i fondi per le azioni di contrasto allo spopolamento.
Nemmeno un euro va speso per assurdi programmi autolesionistici come il tunnel con il Lauro-Baianese, per metterci in comunicazione con un’area degradata e a forte presenza camorristica come il versante napoletano del partenio caudino.
Proposte irrazionali, guidate dalla assurda idea che prima vengono gli appalti e poi si tratta di capire a che servono.
La città caudina non può essere un appaltificio, ma deve piuttosto essere una fucina di proposte e iniziative su area vasta da sottoporre al vaglio dei cittadini; solo dopo, quando il disegno è completo e ragionato, allora si parte con gli appalti.
Come possono non appassionarci questi temi.
Come è possibile che non capiamo che il nostro futuro non è altrove, ma è qui. Il nostro futuro sarà realizzabile però solo se penseremo più al futuro dei nostri figli e ai benefici che ne avranno e meno alle nostre mire personalistiche e privatistiche. Miglioriamo il senso di solidarietà e il senso della collettività.
Pensiamo al Bene comune.
Una società che funziona distribuisce dividendi corposi a tutti.
Grazie

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