Montesarchio: “Il vaso del desiderio” definitivamente a casa

Redazione
Montesarchio: “Il vaso del desiderio” definitivamente a casa
Domani riapre il Museo Nazionale del Sannio Caudino di Montesarchio

Il vaso di Assteas ritrova finalmente fissa dimora nel Museo Archeologica del Sannio Caudino, all’interno della torre cittadina di Montesarchio. Il 18 giugno la direttrice del museo Luigina Tomay e il sindaco Franco Damiano celebreranno ufficialmente il rientro dell’antico cratere, in arrivo dalla mostra temporanea allestita nella cellula archeologica della chiesa di San Francesco a Sant’Agata dei Goti.
Il vaso, datato V secolo a. C., porta la firma del ceramista Assteas, tra gli artisti più celebri delle botteghe dell’Italia Meridionale del tempo, noto per i soggetti mitologici e le scene teatrali rappresentate. Alto 70 cm e con un diametro di 60 cm, il cratere a calice pone su cornice nera le figure rosse raffiguranti il “ratto d’Europa” da parte di Zeus nelle sembianze di toro.
Il vaso, assicurato per circa 44 milioni di euro, vanta una serie di peripezie, viaggi, allontanamenti e soprattutto ritorni.
Rinvenuto da tombaroli negli anni Settanta del secolo scorso, nell’area archeologica di Sant’Agata, fu venduto ad un antiquario svizzero e ancora da quest’ultimo al Getty Museum di Malibù, in California. Cosa avrebbe potuto garantire la provenienza santagatese e il ritorno del vaso su territorio italiano? A rispondere il tenente Carmine Elefante del comando dei carabinieri a tutela del patrimonio culturale che rivelava l’esistenza di una foto, testimonianza dell’autenticità del ritrovamento del reperto. Che sia stata fortuna, vanità umana o bravura investigativa, la prova era indubbia e il cratere destinato al rientro in patria.
Anche se la meta iniziale sembrava essere il museo romano di Villa Giulia, tra i reperti di civiltà etrusca, il vaso sbarcò comunque su territorio capitolino, al Quirinale, prima alla mostra intitolata “Nostoi, Capolavori ritrovati” – dove per nostoi si intende “quelli che ritornano” – e poi al cinquantesimo anniversario dell’Unione europea, quale emblema della storia italiana.
Ancora un giro a Bruxelles e a Paestum, luogo della sua fabbricazione, in occasione della Borsa mediterranea del turismo archeologico per giungere nuovamente nel sito della sua scoperta, Sant’Agata.
E quello che si è mostrato un pellegrinaggio senza fine, trova il suo epilogo a Montesarchio. Che la già ormai celebre mostra del Rosso Immaginario, dedicata ad un’innovativa e coinvolgente esposizione di alcuni dei più interessanti crateri rinvenuti nell’area archeologica di Saticula, abbia contribuito, in concomitanza al patrimonio monumentale a dominio della città, alla scelta di Montesarchio come sede definitiva, è indubbio. Il vaso di Assteas si pone all’interno di un percorso ricco di storia e riconoscimento territoriale e si attesta quale valore aggiunto di costruzione identitaria del popolo caudino. Così alla mostra ospitata nel castello si affiancherà l’esposizione del vaso di Assteas nella torre cittadina. Una ghiotta occasione per rafforzare il carico storico, culturale e simbolico del complesso monumentale nell’intera Valle Caudina.
Ma un ultimo viaggio c’è da affrontare: l’Expo di Milano.
«A metà luglio partirà alla volta di Milano per essere esposto in occasione dell’Expo» dichiara orgogliosamente il sindaco Damiano «A fine anno rientrerà a Montesarchio per restarvi per sempre. Faremo in modo che Assteas sia il centro culturale di tutta la Valle Caudina e il suo rientro rappresenterà, ne siamo convinti, un simbolo di rinascita e sviluppo per il nostro territorio».

 Rita Valente