Montesarchio: Bloccate quel cantiere, salvate il paesaggio!

11 Marzo 2019

Montesarchio: Bloccate quel cantiere, salvate il paesaggio!

Montesarchio. Con un lunghissimo post sulla propria pagina social il Forum dei giovani denuncia, senza remore, un presunto scempio paesaggistico nel cuore del centro storico. Questo il post.

“Il forum dei giovani di Montesarchio contro l’ECOMOSTRO del centro storico. Una gigantesca struttura in cemento armato, sita nel cuore della parte antica del paese, tra il Latovetere e Santo Spirito, in via madonna delle vittorie, la cui edificazione, in spregio alla vigente disciplina urbanistica e paesaggistica, ha distrutto uno dei più bei panorami del Sud Italia.

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Un disastro perpetrato dall’ufficio tecnico comunale che ha autorizzato la trasformazione di una minuscola baracca in lamiere (a nostro avviso abusiva), in un edificio di oltre 300 mq, il cui cantiere si estende su una superficie che supera i 1000 mq, sfiorando i resti dell’antica cinta muraria che cingeva Torre e Castello.

Nonostante la normativa urbanistica vigente, ovvero il piano regolatore generale e il piano di recupero, sancisca l’impossibilità di ulteriore utilizzazione edilizia ai fini residenziali del centro storico, decretandone la saturazione, e consenta il solo recupero degli edifici esistenti (ammesso che una capanna in lamiere possa assumere tale qualifica) nel rispetto della volumetria originaria. Ma è bastato un ESPEDIENTE per aggirare le norme:

far passare per “ristrutturazione” (asseverando il ripostiglio in lamiere come fabbricato urbano) quello che in realtà, oggettivamente, si palesa come un intervento di “nuova costruzione”, poiché risultano completamente alterati i volumi e la planimetria della precedente struttura (basta raffrontare le foto, o fare mente locale a pochi anni addietro, per chi ha sempre frequentato quella zona). Senza contare che l’intero territorio di Montesarchio è soggetto al piano territoriale paesistico del Massiccio del Taburno, prevalente e immediatamente vincolante nei confronti dei sopracitati strumenti di pianificazione urbanistica comunale, che prescrive nell’attuazione di qualsivoglia intervento edilizio la tutela del paesaggio e dell’ambiente interessati.

Nel nostro caso non si capisce come quella costruzione possa inserirsi in modo armonico nel contesto circostante, visto il totale stravolgimento dell’assetto originario dei luoghi. La collina è stata letteralmente stuprata: c’è un buco enorme che precede la struttura, realizzato scavando la roccia viva e buttando per l’aria le decine di ulivi secolari che la ricoprivano.

Così abbiamo perso un paesaggio meraviglioso, una delle più belle vedute della Campania, dove la natura e l’uomo convivevano sapientemente da secoli. Con le abitazioni del Latovetere che rappresentano il primo nucleo abitativo del nostro centro storico, da quando i Longobardi caudini decisero di arroccarvisi; e poco più in giù, abbarbicato ai piedi della Torre, il borgo di Santo Spirito, successivo, cinquecentesco. A raccordare i due antichi insediamenti un fitto cordone di vegetazione. Un colpo d’occhio osservandolo dai paesi confinanti, o per chi si accinge a superare il “salto” di Arpaia. E non è difficile immaginare lo stupore di turisti e viaggiatori antichi dinanzi a tanta bellezza.

Un lembo di storia e natura, rimasto integro per secoli, la cui bellezza fu immortalata da Jacob Philipp Hackert, paesaggista del 800′ alla corte di Napoli, in un esemplare dipinto conservato ora all’Hermitage di San Pietroburgo.

Tutto questo è stato possibile grazie alla complicità e alle omissioni dell’amministrazione e dell’intero consiglio comunale: non una protesta o un’interrogazione si è levata in questi ultimi anni.

Sebbene abbiano precise responsabilità in ordine al rispetto delle disposizioni urbanistiche. Difatti, il sindaco (colui che nomina anche i dirigenti dei vari uffici) e la giunta, hanno specifici poteri di intervento (blocco dei cantieri / accertamenti / annullamento in via di autotutela dei “permessi a costruire” ), secondo quanto previsto dal regolamento edilizio cittadino, mutuato dal testo unico per l’edilizia (L.380/2001).

Invece si è consapevolmente deciso di dare inizio alla cementificazione del Latovetere. NESSUNO AVEVA MAI OSATO TANTO. NON UN SINDACO DI MONTESARCHIO IN 158 ANNI DI GOVERNO HA MAI PERMESSO SIMILI INTERVENTI.

È drammatico che un interesse privato (ossia il diritto di proprietà e il servente di edificazione), prevalga prepotentemente su quello di un’intera comunità. Ovvero di come la tassativa e imparziale applicazione delle disposizioni che proteggono l’area, si sia tramutata in discrezione, procedendo con la sua devastazione.

C’è un limite, al di là del quale, l’interesse del privato si comprime, “cede”: al cospetto di un’esigenza pubblica, collettiva. E nella nostra vicenda questo limite è rappresentato dal rispetto della normativa urbanistica e paesistica del centro storico, la cui finalità è proprio quella di tutelare la parte più antica del paese, circoscrivendone l’attività edificatoria, per garantirne la conservazione e il sacrosanto diritto di ciascun montesarchiese di poter godere di quell’incommensurabile panorama.

Purtroppo il danno è sotto gli occhi di tutti. E non è assolutamente azzardato affermare che tra qualche anno, al posto di capanne, magazzini, o di qualsiasi altro sputo di lamiere, ci saranno obbrobri in cemento a decorare la collina. Non stiamo delirando. È la disarmante facilità con cui l’ufficio tecnico comunale rilascia simili concessioni.

La storia ne soffre, ma chi ne soffre di più è la nostra comunità, i cittadini di Montesarchio, privati di memoria storica. Il preludio al deserto culturale, dove rovine e desolante silenzio dei luoghi producono i devastanti germi dell’indifferenza e dell’ignoranza. Non c’è valorizzazione (ma solo sagre ed eventi di quart’ordine) senza la conoscenza del passato.

Fermiamo questa morbosa e scellerata campagna di distruzione del paesaggio, legittimata dal nauseante immobilismo della classe politica locale. Non permettiamo che la nostra collina sia sventrata da funzionari senza scrupoli che rispondono a logiche ben lontane da quelle che dovrebbero ispirare l’attività della pubblica amministrazione. Coltiviamo il coraggio di ribellarci e soverchiamo questa analfabeta e imperante cultura.
Nei prossimi giorni il forum dei giovani di Montesarchio depositerà un ESPOSTO alle autorità competenti. Aiutateci in questa battaglia.
Sottoscriviamolo in tanti. Saremo nella nostra sede, tutti i giorni, in piazza Carlo Poerio, al primo piano del palazzo “Adriano Iadanza”.

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