Moiano: “Gruppo di Cristiani di Luzzano” contro il nuovo parroco

Redazione
Moiano: “Gruppo di Cristiani di Luzzano” contro il nuovo parroco

Sulle cantonate cittadine, e non solo, è stato affisso, a firma di un Gruppo di Cristiani di Luzzano, un manifesto, indirizzato al vescovo di Cerreto-Sant’Agata de’ Goti, Mons. Mimmo Battaglia, e ai Padri Passionisti Provincia dell’Addolorata di Napoli.
Il manifesto così recita: “…. Siamo qui a chiederle di raccogliere il nostro appello perché nell’ultimo anno il clima che si respira a Luzzano è pesante. Troppa prepotenza da parte di questo nuovo parroco, troppe divisioni si sono create e continuano a crearsi, con tutto il rispetto mai visto e sentito un prete che minaccia (Se parlo io, su ciò che mi è stato riferito su ognuno di voi, vi accoltellate e massacrate tra di voi ….. Conversazioni registrate).
In alcune riunioni si permette di offendere e minacciare persone anziane facendoli amareggiare, dicendo anche qualche parolaccia, un parroco che si sente Padre Padrone, negando l’ex asilo a suo piacimento, dove la comunità era solito organizzare assemblee, incontri conviviali, feste e cene, un parroco poco presente nelle due parrocchie, sia di San Vito che di San Nicola, una figura assente, che non vive e non può capire i veri problemi del singolo e della comunità affidandosi a inciuci di piazza e del singolo spione.
Luzzano non ha bisogno di due o tre Padri che si alternano, il paese ha bisogno di una figura che sia comprensiva, equilibrata e non dittatoriale, Luzzano ha bisogno del PARROCO, un parroco che vive e abita nella parrocchia dove esercita il suo ministero.
Con questa lettera denunciamo disaggio (sic!), turbamento e disorientamento della gestione parrocchiale e non solo.
Eccellenza Lei non ha ancora deciso una soluzione stabile per Luzzano, quindi noi oggi, in merito alle sue decisioni e all’operato del parroco Padre Pasquale Gravante, siamo in una condizione di agitazione e divisione continua grazie agli atteggiamenti arroganti e alle scelte discriminatorie mirate, scelte che a nostro avviso non aiutano la nostra comunità. Vorremmo che Lei ci ascoltasse come un padre ascolta i suoi figli, al fine di ripristinare condizioni di serenità per tutti, trovando una soluzione definitiva per la nostra comunità, comunità non facile da gestire.
Unitamente a Lei vogliamo adoperarci per la pace, diversamente come potremmo dirci figli di Dio?”
La lettera continua con un postscriptum: “Eccellenza Reverendissima la situazione ad oggi sta solo peggiorando, un buon prete deve essere umile dice Papa Francesco, Padre Pasquale Gravante non ha un minimo di umiltà, anzi i suoi comportamenti sono spesso di superbia. Il suo maggiore interesse “i soldi”. Eccellenza la preghiamo di intervenire prima possibile”.