Indagine “Due Torri”: assolto imprenditore di San Martino Valle Caudina

25 Settembre 2015

Indagine “Due Torri”: assolto imprenditore di San Martino Valle Caudina

Entra nel vivo il processo presso il Tribunale di Salerno scaturito dall’indagine denominata “Due Torri”, partita nel febbraio del 2007. I delitti per i quali si procede vanno dalla associazione per delinquere alla turbata libertà degli incanti, dalla frode nelle pubbliche forniture all’abuso d’ufficio, dalla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici alla violazione delle norme relative al sub-appalto. Stamane, infatti, la terza sezione del Tribunale di Salerno – presieduta dal dottor Giovoli-, ha sciolto la riserva in ordine alle numerosissime eccezioni preliminari sollevate dal pool difensivo impegnato nell’imponente processo che vede alla sbarra decine di imprenditori ed amministratori campani.Nonostante la articolata opposizione del pubblico ministero, nella mattinata odierna, il Collegio ha accolto le richieste difensive di mandare assolto, tra gli altri, l’imprenditore caudino Pancione Eugenio classe 1970, difeso dagli Avvocati Dario Vannetiello del Foro di Napoli e Valeria Verrusio del Foro di Avellino, dalle accuse di turbativa d’asta relative a 4 diverse gare pubbliche indette dalla Provincia di Salerno per la costruzione di bretelle stradali e strade provinciali.
Successivamente, pubblica accusa e difese, hanno formulato articolate richieste di prova, tutte accolte dal Tribunale.
Si prevede un processo molto lungo e complesso sia per la presenza di numerosissimi imputati -ben 78, sia per la complessità della vicenda, sia per le questioni giuridiche da affrontare nel corso del dibattimento.
Secondo la ricostruzione accusatoria, il “cartello” d’imprese, attivo dall’anno 2002, era articolato su due livelli: un Primo livello composto da pochi imprenditori, denominati “capicordata”, diretto dai noti cugini Citarella: Gennaro e Giovanni. Quest’ultimo, presidente della squadra di calcio Nocerina, figlio del defunto Gennaro Citarella, imprenditore nocerino ucciso il 16 dicembre del 1990 in un agguato camorristico, ritenuto appartenente all’organizzazione camorristica “Nuova Famiglia” di Carmine Alfieri ed un Secondo livello composto da una schiera composta da oltre 300 imprese satellite, facenti capo ai primi, che si aggiudicavano gli appalti indetti dall’amministrazione provinciale di Salerno.
Alle singole gare avrebbero preso parte decine di società, le cui offerte, concordate in precedenza a tavolino, avrebbero determinato la percentuale di ribasso “vincente”, che talvolta sfiorava anche il 40% della base d’asta, recuperata poi con l’impiego di materiali scadenti, che in sede di collaudo venivano ritenuti idonei dai tecnici compiacenti, ovvero attraverso la mancata realizzazione anche di intere porzioni di lavoro.
Gli appalti riguarderebbero, tra gli altri, il Mattatoio di Campobasso, l’aeroporto di Salerno, i lavori stradali a Nocera e interventi nel parco del Cilento.
L’organizzazione si sarebbe evoluta nel tempo, passando dalle iniziali 64 società, che nell’anno 2005 avevano partecipato a 45 gare bandite dalla Provincia di Salerno (aggiudicandosene 35), alle 156 dell’anno successivo. Nel biennio 2007-2008, avrebbero raggiunto una stabile configurazione, caratterizzata dalla presenza di sette capicordata, poi arrestati: Citarella Gennaro, Citarella Giovanni, Ruggiero Giuseppe, Di Sarli Luigi, Spinelli Federico, Botta Giovanni e Zangari Emanuele. Erano oltre 250 società che, solo nell’anno 2007, avevano preso parte a 38 gare, bandite con procedura semplificata (licitazione privata), aggiudicandosene 25, nonché a numerosissime altre gare bandite con diversa procedura (somma urgenza e/o ad evidenza pubblica), aggiudicandosene la maggior parte. Il processo riprenderà il 29 Gennaio 2016, quando saranno sentiti in aula i primi testimoni indicati dalla pubblica accusa.

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