I migranti, l’Appia e le criticità da tenere sotto controllo

Il Caudino
I migranti, l’Appia e le criticità da tenere sotto controllo
2.500 per fornire falsi contratti agli immigrati, indagati anche un avvocato ed un imprenditore

Sulla questione migranti a Rotondi è necessario mettere dei punti fermi per dovere di cronaca e, soprattutto, per evitare inutili isterismi. Allo stesso tempo, però, bisogna evidenziare degli elementi di criticità che se non governati possono creare disagi, allarmi e pericoli per tutti. I migranti, poi, non riguardano solo il comune caudino ma una intera strada, la nazionale Appia, che si distende per pochi chilometri e coinvolge altri comuni (Airola, Paolisi e Montesarchio).
Il primo punto è che non saranno 200 profughi (più o meno quelli presenti nelle varie strutture) che “invaderanno” la Valle Caudina. Una popolazione di oltre 60mila abitanti non deve temere un numero così esiguo di persone.
Il problema vero è che i profughi, come abbiamo già scritto, sono concentrati sulla nazionale Appia in una sorta di nuova ghettizzazione. Non è colpa degli amministratori pubblici: cooperative e imprenditori mettono a disposizione della Prefettura delle strutture e gli immigrati vengono portati dove c’è disponibilità. Il pericolo è di fare dell’Appia un “non luogo” dove parcheggiare i profughi, una periferia che rischia, poi, di esplodere per le evidenti contraddizioni che si vengono a creare quando questi processi non sono governati.
Per ospitare i profughi, imprese e cooperative (anche quelle Caudine) rispondono ad un bando pubblico. Di solito si fa una gara di appalto che parte da 35 euro al giorno per migrante. Chi vince, spesso, lo fa ad un prezzo più basso, diciamo intorno ai 32/33 euro a persona. La struttura deve garantire al migrante vitto, alloggio, vestiario e condizioni igienico sanitarie di un certo livello, oltre che la somma di 2,5 euro al giorno definitiva “pocket money”. Le aziende che ospitano queste persone, alla fine, guadagnano (altrimenti non sarebbero disponibili a farlo). Ecco perché devono essere le prime ad esercitare un doveroso controllo e favorire anche programmi di integrazione.
A proposito di questi ultimi, poi, gli enti locali devono giocare una partita fondamentale favorendo il dialogo con le popolazione del posto e cercando di finanziare attività di associazioni che consente il loro inserimento. A che serve, infatti, tenerli parcheggiati negli alberghi? In attesa di cosa? Che diventino manodopera per la delinquenza spicciola?
Per amore di pace, evitiamo di commentare le speculazioni politiche sui migranti visto che siamo quasi in silenzio elettorale, ci tacciamo per non dare spazio ai masanielli in salsa caudina.

Angelo Vaccariello