Cervinara – Violenza sulle donne, parla Francesca: Ho preso le botte e mi sono sentita colpevole

Il Caudino
Cervinara – Violenza sulle donne, parla Francesca: Ho preso le botte e mi sono sentita colpevole

A fine agosto Cervinara e tutta la Valle Caudina sono rimaste scosse da una notizia molto grave. Una ragazza, Francesca, era stata malmenata dal fidanzato, da colui che le diceva di amarla ed era finita in coma. Abbiamo seguito la sua vicenda e in questi mesi, con discrezione, abbiamo cercato di mantenere un contatto con questa giovane donne vittima della violenza brutale dell’uomo. In occasione della celebrazione della giornata contro la violenza sulle donne (25 novembre), Francesca ha acconsentito a rilasciarci una intervista.
E’ il racconto di una donna travagliata; di una persona che è passata per mille sensi di colpa per ciò che aveva vissuto. Allo stesso tempo, però, è anche una storia di redenzione; di chi, grazie a familiari, amici ed esperti, riesce ad avere contezza di se stessa e di andare avanti.

Ciao Francesca, come ti senti?
Eh (il sospiro è molto lungo). Forse un po’ meglio. Sto cercando di andare avanti e di guardare al futuro grazie alla mia famiglia, agli amici più stretti e all’aiuto di uno psicoterapeuta. Rispetto a settembre, qualche passo in avanti però l’ho fatto.
Spiegaci come?
Non mi crederai: all’inizio mi sono sentito molto in colpa per ciò che mi era successo.
Davvero?
Sì.
E perché?
Ho vissuto il tutto come un grande peso, come se la sua reazione fosse stata motivata dal mio comportamento. Mi ripetevo: se fossi stata diversa, se non avessi detto “questo” o “quello” forse lui non avrebbe reagito così.
Ora cosa è cambiato invece?
Con il senno di poi ho capito. Ho compreso che non posso temere di discutere con la persona che amo, non posso aver paura di esprimere una mia opinione con chi mi sta accanto e dice di volermi bene. Quello che è accaduto non è colpa mia ma io sono la vittima.
Lo ripeti come se qualcuno non ti credesse.
Sta per iniziare un processo, quindi non posso dire molte cose. Sappi, però, che qualcuno dubita della mia versione. Sai cosa dicono? Ma come, lui è un cosi bravo ragazzo non possiamo credere che abbia combinato tutto questo. Forse sei stata tu a provocarlo. Capisci?
Si, lo capisco bene purtroppo.
E la cosa più grave è che chi dubita è qualche donna, qualche madre, qualche ragazza. Questo mi fa stare molto male.
C’erano state altre aggressioni in passato?
Si.
Perché hai continuato a vederlo?
Perché lo giustificavo. Ero arrivata anche al punto di dire che la colpa era mia e quindi chiedevo scusa.
Quando è accaduta l’ultima aggressione, cosa hai provato?
Ho provato molta paura. Ho visto i suoi occhi cambiare. In quell’istante ho capito cosa stava succedendo. E ho seriamente temuto il peggio.
Lo amavi?
Si, molto.
Hai ricevuto solidarietà?
Moltissima solidarietà anche da persone da cui non me lo aspettavo. La gente di Cervinara mi è stata vicina e voglio ringraziare tutti per ciò che hanno fatto per me.
Ti sei chiesta perché è successo?
Non riesco a spiegarmelo, non so darmene una ragione. E’ veramente una cosa incredibile. Bisogna riuscire ad avere più autostima verso se stesse ed essere meno insicure, per non accontentarsi solo di brevi attimi di felicità o di un amore mediocre. Perchè chi ti ama o ti vuole bene non ti manca di rispetto, non ti fa sentire inutile.
Ti ha mai chiamato?
Mai.
Vuoi dare un messaggio alle donne?
La prima cosa è: non forzare un rapporto. Al primo segnale di violenza dovete chiudere. E se non riuscite da sole, parlate con un familiare, un amico o un’amica. Dallo schiaffo alle botte il passo e breve. Una ultima cosa: non sentitevi in colpa!

Angelo Vaccariello