Cervinara, morte di Lucas: comunità sotto choc

9 Luglio 2018

Cervinara, morte di Lucas: comunità sotto choc

Appena giunta l’informazione, come sempre avviene, c’è molta confusione. Le fonti non badano ai dettagli. La redazione, all’alba stamane, si è allertata per avere la conferma. Appena avuto il quadro completo abbiamo dato una di quelle notizie che non vorremmo mai pubblicare; di quelle per le quali ci si pensa su centomila volte prima di mandarla on line, si cercano infiniti riscontri. Alla fine, purtroppo, era così: dunque abbiamo deciso di pubblicare facendo il nostro dovere, cioè non dando il nome e attenendoci alla Carta di Treviso (quella dei diritti e doveri dei giornalisti). Appena, però, la notizia si è diffusa, la comunità cervinarese si è dimostrata subito molto scossa per la morte di Lucas. Sì, ora il nome lo facciamo perché il web, in particolare i social, sono inondati di foto e ricordi del trentottenne di origine brasiliana che lascia la moglie e un bambino piccolo. Cosa lo abbia condotto a compiere l’estremo gesto, nessuno potrà mai saperlo. Anche perché è difficile entrare nella mente e nel cuore di chi contempla un atto assoluto, senza ritorno e senza alcuna via di uscita. Proprio come è il suicidio. L’addio di Lucas ha sconvolto una comunità: la sua giovane età (era nel pieno del vigore), la galassia di affetti che lascia sgomenti e la sua vita quasi avventurosa (adottato giovanissimo proprio da una coppia cervinarese in Brasile) rendono ancora più tragico il suo addio. L’uomo, dopo, non può nulla. Solo contemplare, pregare (per chi crede) ed avere profondo rispetto. Prima poteva fare qualcosa la comunità? Forse no, è complicato accorgersi del male che “cova dentro”. Come cervinaresi, però, potremmo cominciare a fare una cosa semplice: riallacciare i rapporti, vivere per strada e soprattutto contare sulle cose che ci uniscono piuttosto che su quelle che ci dividono.
Tra le tante testimonianze sui social riportiamo quelle di due suoi amici che ci sono sembrate raccogliere la simpatia che riusciva a trasmettere Lucas. Quella di Antonio Perpingi, la prima e quella di Fabio Simeone, la seconda.

“Ciao Lucas Ho avuto il piacere di essere in tua compagnia per un’ultima volta solo qualche settimana fa, era un venerdì sera . All’inizio eravamo solo io e te davanti al bancone del bar La Gola, ti ho offerto una birra e tu hai subito ricambiato, abbiamo ballato reggaetton e ci siamo scambiati qualche parola in spagnolo, poi ci siamo seduti fuori sulle sedie e sono arrivati altri amici. Quella sera non so perché, si è creata una strana intimità, forse avevi solo voglia di parlare, e stranamente ci hai raccontato un po’ della tua vita, e ora che non sei più mi sento in dovere di rendere pubblica quella conversazione. Ci siamo sbellicati dalle risate quando hai ricordato della tua gita/fuga ad Amsterdam ai tempi del liceo rimasta nella storia, tutti si ricordano di questo episodio, di te che parti col pullman insieme ai compagni di classe e poi scappi ad Amsterdam tornando dopo giorni, un mito! Poi hai iniziato a parlare della tua vita in generale, hai parlato di tuo padre l’Avvocato descrivendolo come “un grande” , una persona stupenda che ti ha sempre tirato fuori dai guai, hai parlato spesso di tuo figlio e come te ne vantavi! Poi hai ricordato la tua infanzia vissuta in brasile nelle favelas quando dormivi sugli alberi perché di notte in quella casa famiglia entravano gli uomini cattivi per violentare i bambini, e ancora una volta hai parlato di tuo padre che ti ha portato via da quell’incubo. Non hai detto tutto però, ad un certo punto i tuoi occhi hanno cambiato espressione erano come ghiaccio e allora la tua corazza dura fuori mi ha lascito un piccolo spiraglio per guardare dentro la tua anima fragile… riposa in pace amico di una sera …. hasta luego Lucas!”
“Italia VS Brasile 0-1
Hanno vinto i tuoi demoni, le tue paure, la tua fragilità…noi invece abbiamo perso, ti abbiamo lasciato da solo, abbiamo lasciato che tutto ti divorasse, ci siamo girati dall’altra parte senza tenderti la mano…perdonaci Luca, che la terra ti sia lieve!”

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