Avvocati, nuovo contratto per i dipendenti

2 Maggio 2014

Avvocati, nuovo contratto per i dipendenti

Combattere il precariato e i rapporti lavorativi “in nero”, garantire ai professionisti l’accesso ai servizi di ufficio loro necessari a condizioni economicamente compatibili con la crisi, stimolare la nascita di nuova occupazione: sono gli obiettivi del nuovo contratto collettivo di lavoro per i dipendenti e i collaboratori degli studi legali sottoscritto dall’Anai (Associazione nazionale avvocati italiani, presieduta da Maurizio de Tilla) e dalla Cse (Confederazione indipendente sindacato europeo). Il contratto avrà validità  dal 1 maggio al 30 aprile 2016. “Questo strumento – afferma il presidente dell’Anai, il napoletano Maurizio de Tilla – intercetta un’esigenza particolarmente avvertita nel Mezzogiorno, sempre alle prese con due problemi apparentemente inconciliabili: creare nuova occupazione e contenere il costo del lavoro”. Nel dettaglio, il contratto, della durata di due anni, prevede tre livelli di inquadramento, a partire da 1.200 euro lordi mensili e gli importi sono comprensivi della contingenza, in modo da semplificare al massimo un’eventuale gestione “in house” delle buste paga. Previste anche particolari disposizioni in tema di orario di lavoro, part-time e job sharing. “Si prevede – spiega de Tilla – la possibilità di suddividere fra più studi professionali il monte-ore complessivo (e quindi anche l’onere del compenso) del singolo contratto. L’Anai e il Cse istituiranno inoltre un gruppo di lavoro, composto da esperti di diritto del lavoro, per studiare e verificare all’interno del settore il fenomeno delle collaborazioni coordinate e continuative, dei rapporti di apprendistato, di alta formazione e di ricerca. Obiettivo: definire le linee guida per il riconoscimento di un equo compenso e per la nascita di un “welfare” contrattuale. Al gruppo di lavoro verra’, inoltre, assegnato il compito di monitorare il fenomeno dell’elevato tasso di disoccupazione giovanile in alcune aree geografiche del paese “in modo da definire interventi per favorire l’occupazione – spiega de Tilla – che potranno poi consentire la stipula di accordi specifici”. L’Anai e il Cse costituiranno un Ente bilaterale che individuerà soluzioni per ottimizzare l’organizzazione degli studi professionali, istituire un’assistenza sanitaria complementare per i collaboratori e i dipendenti degli studi legali e, infine, creare un fondo di previdenza complementare riservato a questi ultimi.

Angelo Vaccariello
@angelismi

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